mercoledì 9 novembre 2011

Linee Guida Tecniche

Adeguamento dei trattori agricoli o forestali. 
Il presente documento specifica le necessarie misure tecniche che i datori di lavoro e i lavoratori autonomi devono mettere in atto ai fini dell’adeguamento dei trattori agricoli o forestali ai pertinenti requisiti di sicurezza di cui all’allegato V al D. Lgs. 81/08.
Documento tecnico redatto dal Gruppo di Lavoro Nazionale istituito presso INAIL.
(Competenza Dipartimento Tecnologie di Sicurezza)

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Controllo periodico dello stato di manutenzione ed efficienza dei trattori agricoli o forestali. 
Il presente documento si pone l'obbiettivo di fornire soluzioni organizzative e/o procedurali in grado di supportare gli operatori del settore (datori di lavoro, avoratori autonomi,organi di controllo, ecc.) nelle attività di verifica e antenimento dei requisiti di sicurezza dei trattori agricoli o forestali, in ottemperanza agli obblighi previsti dall’articolo 71 comma 4 lettera a) punto 2 e lettera b) del D.Lgs. 81/08.
Documento tecnico redatto dal Gruppo di Lavoro Nazionale istituito presso INAIL.
(Competenza Dipartimento Tecnologie di Sicurezza)

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Montaggio, smontaggio, trasformazione ponteggi
Linea guida per l’esecuzione di lavori temporanei in quota, ove per l’accesso, il posizionamento e l’uscita dal luogo di lavoro si faccia uso di ponteggi metallici fissi prefabbricati di facciata, fornisce indicazioni relative ai contenuti minimi del documento di valutazione dei rischi, ai criteri di esecuzione ed alle misure di sicurezza da adottare nei cantieri edili per lo svolgimento dell’attività di montaggio, smontaggio e trasformazione di tali attrezzature di lavoro, in cui il lavoratore è esposto costantemente al rischio di caduta dall’alto.
(Competenza Dipartimento Tecnologie di Sicurezza)

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Installazione di dispositivi medici dotati d’impianti a pressione: aspetti normativi, tecnici e procedurali correlati alla verifica della conformità di fabbricazione e d’installazione secondo la "regola d'arte" per le apparecchiature a Risonanza Magnetica che utilizzano magneti superconduttori 
Il presente articolo ha la finalità di rendere note informazioni tecniche connesse agli impianti propri delle apparecchiature di Risonanza Magnetica (RM) a scopo medico spesso sconosciute anche agli specialisti del settore, in merito alla connotazione di impianto a pressione che caratterizza i tomografi che utilizzano la tecnologia a magnete superconduttore.
(Competenza Dipartimento Igiene del Lavoro)

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Criteri di indirizzo per la gestione del rischio biologico in una lavanderia industriale
Il settore delle lavanderie industriali per vastità e diversificazione delle attività lavorative può essere considerato un sistema complesso da non sottovalutare in un approccio di gestione dei rischi.
(Competenza Dipartimento Igiene del Lavoro)

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Indicazioni operative per la valutazione del rischio all'esposizione professionale ai campi magnetici statici nella risonanza magnetica ad alto campo (File Pdf 430 Kb)
Prime sperimentali indicazioni operative per la valutazione del rischio da esposizione professionale al campo magnetico statico nella risonanza magnetica ad alto campo.
(Competenza Dipartimento Igiene del Lavoro)

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Adeguamento delle macchine agricole
Adeguamento delle macchine agricole desilatrici, miscelatrici e/o trinciatrici e distributrici di insilati ai requisiti di sicurezza relativamente ai rischi individuati nella clausola di salvaguardia presentata dall'Italia nei confronti della norma EN 703:1995.
(Competenza Dipartimento Tecnologie di Sicurezza)

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Guida al confronto tra la nuova Direttiva Macchine (2006/42/CE) e la Direttiva 98/37/CE
Il 29 dicembre del 2009 entra in vigore in tutta Europa la nuova direttiva macchine 2006/42/CE in sostituzione della direttiva 98/37/CE. I cambiamenti sono molteplici e non tutti evidenti. E’ in preparazione presso la Commissione Europea una guida per chiarirne il contenuto.
A maggio 2008 è stata presentata una pubblicazione sulla Nuova Direttiva Macchine edita da ETUI-REHS (European Trade Union Institute for Research, Education, Health and Safety) e dal KAN (Commission for Occupational Health and Standardization). Essa mette a confronto il testo inglese della nuova direttiva con il corrispondente testo della direttiva 98/37/CE, e si è rivelata uno strumento di facile consultazione assai utile anche in occasione della revisione delle norme armonizzate per l’adeguamento ai nuovi requisiti.
Si è ritenuto opportuno, pertanto, elaborare un documento analogo per il confronto delle versioni italiane delle due direttive, tenendo conto delle esperienze maturate in Italia nell’applicazione della direttiva 98/37/CE. L’occasione ha permesso di evidenziare anche le difformità fra le versioni italiane e le corrispondenti versioni inglesi, che si ritengono di particolare utilità nell’interpretazione del contenuto tecnico dei requisiti essenziali di sicurezza.
Il confronto fra i testi è stato condotto evidenziando tutte le differenze che possono dare adito a diverse interpretazioni e fornendo commenti esplicativi. Si è cercato di fornire strumenti utili ad un esame critico della nuova direttiva, esplicitando precise posizioni solamente quando supportate dalle esperienze che derivano dalla partecipazione ai lavori di stesura della Direttiva stessa presso il Consiglio Europeo e dal continuo confronto con i partner europei in occasione delle attività di normazione e di sorveglianza del mercato.
Il contenuto della presente Guida si differenzia notevolmente dalla analoga pubblicazione del ETUI, ma la metodologia di confronto – ideata da Stefano Boy - è sostanzialmente la stessa in quanto si è ritenuto utile agevolare il raffronto con un documento che compara le versioni inglesi delle due direttive, versioni che sono di fatto considerate come “originali”.

(Competenza Dipartimento Tecnologie di Sicurezza)

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Guida ISPESL per l'esecuzione in sicurezza delle attività di scavo
La presente guida ha lo scopo di fornire i criteri di esecuzione e le misure di sicurezza per lo svolgimento delle attività di scavo, con particolare approfondimento per quelli effettuati a cielo aperto non stabilizzati a mezzo di opere di sostegno permanenti.
(Supplemento di Prevenzione Oggi numero 4 anno 2008)

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Guida operativa: rischi specifici nell'accesso a silos, vasche e fosse biologiche, collettori fognari, depuratori e serbatoi utilizzati per lo stoccaggio e il trasporto di sostanze pericolose
La presente guida ha lo scopo di fornire indicazioni per l’individuazione, la valutazione e la gestione dei rischi legati alla presenza di sostanze pericolose non sufficientemente conosciute o non prontamente identificabili in ambienti confinati.
(Supplemento di Prevenzione Oggi numero 2 anno 2008)

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Gestire la sicurezza di impianti e tecnologie biomediche. Proposte per l'innovazione tecnologica in ambito sanitario
Nel presente lavoro è proposto un metodo probabilistico per analizzare il ciclo di vita di un dispositivo medico, utile ai fini della gestione della manutenzione e delle verifiche periodiche, interamente sviluppato da personale del Dipartimento Tecnologie di Sicurezza dell'ISPESL.
(Supplemento di Prevenzione Oggi numero 1 anno 2008)

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Adeguamento dei trattori agricoli o forestali ai requisiti minimi di sicurezza per l’uso delle attrezzature di lavoro previsti al punto 2.4 della parte II dell’allegato V del D.Lgs. 81/08:
  • Sezione 1: L'installazione dei dispositivi di protezione in caso di ribaltamento nei trattori agricoli o forestali
  • Sezione 2: L'installazione dei sistemi di ritenzione del conducente (File Pdf 1.2 Mb)
(Competenza Dip. Tecnologie di Sicurezza) 


Unità di Certificazione ATEX
Il Dipartimento Certificazione e Conformità di Prodotti ed Impianti dell'ISPESL, nel suo ruolo di organismo notificato, ha ritenuto opportuno realizzare una linea guida, destinata a tutti gli operatori del settore delle atmosfere potenzialmente esplosive, con il duplice scopo di fornire uno strumento di supporto ed approfondimento tecnico per lo svolgimento delle attività di certificazione e di contribuire all'armonizzazione delle attività di certificazione sul territorio nazionale. La guida si propone come base di partenza per l'approccio alla filosofia della sicurezza nel settore delle atmosfere potenzialmente esplosive, cercando di inquadrare gli aspetti fondamentali della nuova legislazione in relazione alle caratteristiche dei prodotti, il loro utilizzo e l'interfaccia tra i fabbricanti e gli utilizzatori. La guida è stata realizzata sulla base dei contenuti delle direttive ATEX nonché dei pareri emessi dall'ATEX Standing Committee europeo nel corso degli ultimi anni.
(Competenza Dip. Certificazione e Conformità di Prodotti ed Impianti )

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Microclima, aerazione e illuminazione nei luoghi di lavoro
Queste Linee Guida su microclima, qualità dell'aria ed illuminazione nei luoghi di lavoro propongono indicazioni operative e progettuali per i diversi attori della sicurezza (addetti alla sicurezza aziendale, progettisti, consulenti, medici competenti, rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, operatori degli organi di vigilanza) in un panorama legislativo e normativo frammentato ed in continua evoluzione per promuovere i corretti comportamenti per la tutela della salute e sicurezza. Il testo delle Linee Guida è pubblicato sul Volume II degli Atti del Convegno dBA 2006 - I rischi fisici negli ambienti di lavoro, e può essere richiesto all'Az.USL di Modena all'indirizzo informazione@ausl.mo.it (20,00 € + spese postali)
(Competenza Dip. Igiene del Lavoro)

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Metodologie e interventi tecnici per la riduzione del rumore negli ambienti di lavoro: Manuale Buona Pratica
Il presente manuale si pone in naturale continuità con le Linee Guida per la valutazione del rischio rumore negli ambienti di lavoro pubblicate nel 2000, fornendo lo stato dell'arte sugli aspetti tecnici della prevenzione dei rischi da esposizione a rumore, con particolare attenzione al tema della bonifica, che continua a mostrare carenze e ritardi nelle diverse realtà lavorative, ed a due temi ad essa direttamente correlati e spesso trascurati: la progettazione acustica ex novo degli insiediamenti produttivi ed i collaudi acustici degli interventi di bonifica.
Il presente manuale di buona pratica è stato approvato dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Provincie Autonome il 16/12/2004.
(Competenza Dip. Igiene del Lavoro)

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Indicazioni per i controlli periodici di qualità e sicurezza in RM
Nel settore della risonanza magnetica, come in tutti i settori sanitari in cui la sicurezza e la protezione di pazienti ed operatori sono previste da una specifica normativa nazionale, il miglioramento dello standard di qualità relativo alla misura ed al controllo periodico di alcuni parametri critici è di fondamentale importanza. La normativa vigente in materia, infatti, non sempre fornisce sufficienti indicazioni operative al fine di espletare correttamente i suddetti controlli. A tal fine, il Settore Radiazioni Ionizzanti e Risonanza Magnetica del Dipartimento Igiene del Lavoro dell'Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro si propone di illustrare, le principali norme nazionali ed internazionali relative a specifici parametri misurabili in RM e di fornire, per essi, indicazioni in relazione alle procedure di controllo di qualità.
(Competenza Dip. Igiene del Lavoro - Settore Radiazioni Ionizzanti e Risonanza Magnetica)

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Linea guida per la scelta, l'uso e la manutenzione dei sistemi collettivi di protezione dei bordi
Parapetti provvisori, reti di protezione, sistemi combinati
(Competenza Dip. Tecnologie di Sicurezza)

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Legge Comunitaria 2004: art. 29
Linee Guida sull'adeguamento delle attrezzature di lavoro ai requisiti costruttivi previsti dalla Legge 18 aprile 2005 n.62 art. 29
(Competenza Dip. Tecnologie di Sicurezza)

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Influenza aviaria: informazioni per i lavoratori della filiera avicola
L'influenza aviaria è una infezione virale che può interessare uccelli selvatici e domestici, nota in Italia sin dal 1878. I lavoratori della filiera avicola possono essere esposti al rischio di infezione a causa dello stretto contatto che può verificarsi nel loro ambito lavorativo.

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Linee guida: "Controllo periodico dello stato di manutenzione ed efficienza dei CARRELLI ELEVATORI e delle relative attrezzature"
I controlli periodici delle attrezzature di lavoro sono stabiliti dalla Direttiva 95/63/CE di emendamento della Direttiva inerente l'impiego di attrezzature operative 89/655/CEE. (continua)
(Competenza Dip. Tecnologie di Sicurezza)

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Apparecchiature Radiologiche
Il presente documento è stato predisposto con riferimento alle indicazioni riportate nei documenti tecnici elencati nell'allegato A al D.M. del Ministero della Sanità del 29/12/97 (G.U. n.108 del 12/5/98), che ha modificato il D.M. 14/2/97 (G.U.n. 58 dell' 11/3/97), relativi all'art. 113 del D.Lgs. 230/95 e negli allegati 1 e 2 al D.M. del Ministero della Sanità del 29/12/97 (G.U. n. 78 del 3/4/98), che ha modificato il D.M. 14/02/97 (G.U. n. 58 dell'11/3/97), relativi all'art. 112 del D.Lgs. 230/95. Il presente documento è stato prodotto congiuntamente dalla Commissione ANPEQ “Aspetti tecnici di radioprotezione” (L. Biazzi (coordinatore), V.Amato, S.Cazzoli, P. Colombo, A.De Pasquale, G.Eulisse, G. Guidarelli, L. Lembo, F. Malgieri, G. Pedroli, A. Sichirollo (referente), A. Segalini) e dall'ISPESL (R. Delia, F. Campanella), tenendo conto delle più qualificate normative tecnico-scientifiche nazionali e internazionali.
(Competenza Dip. Igiene del Lavoro)

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Risonanza Magnetica
Indicazioni operative
(Competenza Dip. Igiene del Lavoro)

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Apparecchi in scorrimento viscoso
La procedura tecnica (PT) dell'ISPESL stabilisce i criteri generali da seguire per le verifiche su componenti progettati con valori di resistenza associati a durata al fine di autorizzarne l'ulteriore esercizio alla scadenza della vita teorica di progetto. Questa linea guida (LG) fornisce gli strumenti operativi per effettuare la valutazione della vita residua ed è stata redatta dall'ISPESL con la fattiva collaborazione del Gruppo di Lavoro “Scorrimento Viscoso” del Sotto Comitato 3 del Comitato Termotecnico Italiano (CTI). Questa versione della LG è suscettibile di modifiche ed integrazioni in virtù della continua evoluzione dello stato dell'arte nel campo della life-extension e dello scorrimento viscoso. Essa costituisce una linea guida raccomandata che, seppure non obbligatoria, deve essere seguita preferenzialmente dal Progettista per le valutazioni richieste dalla citata PT. Altre metodologie, oltre a quelle ivi contemplate, possono essere seguite purchè preventivamente concordate con l'ISPESL.
(Competenza Dip. Certificazione e Conformità di Prodotti ed Impianti)

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Linee guida per l'utilizzo in sicurezza delle MOTOSEGHE PORTATILI per potatura
La procedura tecnica (PT) dell'ISPESL stabilisce i criteri generali da seguire per le verifiche su componenti progettati con valori di resistenza associati a durata al fine di autorizzarne l'ulteriore esercizio alla scadenza della vita teorica di progetto. Questa linea guida (LG) fornisce gli strumenti operativi per effettuare la valutazione della vita residua ed è stata redatta dall'ISPESL con la fattiva collaborazione del Gruppo di Lavoro “Scorrimento Viscoso” del Sotto Comitato 3 del Comitato Termotecnico Italiano (CTI). Questa versione della LG è suscettibile di modifiche ed integrazioni in virtù della continua evoluzione dello stato dell'arte nel campo della life-extension e dello scorrimento viscoso. Essa costituisce una linea guida raccomandata che, seppure non obbligatoria, deve essere seguita preferenzialmente dal Progettista per le valutazioni richieste dalla citata PT. Altre metodologie, oltre a quelle ivi contemplate, possono essere seguite purchè preventivamente concordate con l'ISPESL.
(Competenza Dip. Tecnologie di Sicurezza)

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Adeguamento al D. Lg.vo 359/99 per il settore edilizio movimentazione dei carichi e sollevamento persone.
La Direttiva europea 89/655 ed i suoi successivi emendamenti forniscono i requisiti di adeguamento cui debbono soddisfare le attrezzature di lavoro già messe a disposizione dei lavoratori e quindi il minimo livello tecnologico di sicurezza che il datore di lavoro deve assicurare per la sua impresa. Il D.Lgs 4 agosto 1999 n. 359 Attuazione della Direttiva 95/63/CE che modifica la Direttiva 89/655/CEE relativa ai requisiti di sicurezza e salute per l'uso di attrezzature di lavoro da parte dei lavoratori, contiene prescrizioni significative di adeguamento sia di carattere tecnico che organizzativo, in particolare per le macchine mobili e di sollevamento e trasporto. Con queste linee guida si è voluto fornire un indirizzo utile per la informazione e formazione degli addetti alla movimentazione dei carichi nel settore edile, stante l'alto numero degli infortuni registrati negli ultimi anni presso le aziende di questo comparto. In molti casi si è trattato di “rammentare” quanto già era nella pratica prevenzionistica ovvero aggiornarlo secondo indirizzi più moderni ed in linea con le nuove prestazioni delle macchine. Si sono prese a riferimento, per rappresentare lo stato dell'arte e della tecnica, le normative europee ed internazionali (ISO) disponibili più aggiornate. Si spera, pertanto, di fornire uno strumento per aiutare datori di lavoro e lavoratori a garantirsi per un uso più sicuro degli apparecchi di sollevamento e trasporto nel settore dei lavori nei cantieri edili.
(Competenza Dip. Tecnologie di Sicurezza)

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Sicurezza dei Carrelli Industriali
Rischi da Rovesciamento accidentale: adeguamento & stato dell'arte.
Ricerca dell'FTL Duisburg.
(Competenza Dip. Tecnologie di Sicurezza)

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Linee guida: "Adeguamento dei carrelli elevatori in riferimento al rischio di perdita accidentale di stabilità"
Questa «Linea Guida» costituisce un indirizzo per l'adeguamento al D.Lgs. 4 agosto 1999 n° 359 concernente i requisiti minimi di sicurezza e salute per l'uso di attrezzature di lavoro da parte dei lavoratori. Deve essere intesa come uno strumento finalizzato a:
  • aiutare gli utilizzatori nell'elaborazione della valutazione dei rischi prescritta all'art. 4 comma 1 e 2 D.Lgs. 626/94 così come modificato dal D.Lgs. 242/96;
  • consentire agli utilizzatori un agevole riscontro sulla idoneità dei carrelli elevatori al lavoro da svolgere, ai fini della salute e della sicurezza;
  • facilitare l'individuazione delle misure tecniche e organizzative adeguate per ridurre al minimo i rischi connessi all'uso di dette attrezzature di lavoro.
Le soluzioni descritte non escludono la possibilità che soluzioni diverse possano o potranno in futuro offrire un maggiore livello di sicurezza. In tal caso si dovrà provvedere di conseguenza, stante l'obbligo generale e costante di eliminare o comunque ridurre al minimo i rischi in relazione al grado di evoluzione della tecnica, della prevenzione e della protezione.
(Competenza Dip. Tecnologie di Sicurezza) 

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Linee Guida per la scelta, l'uso e la manutenzione delle scale portatili
I lavori in quota possono esporre i lavoratori a rischi particolarmente elevati per la loro salute e sicurezza, in particolare a rischi di caduta dall'alto e quindi ad infortuni sul lavoro, che rappresentano una percentuale elevata del numero di infortuni totali, soprattutto per quanto riguarda quelli mortali.
(Competenza Dip. Tecnologie di Sicurezza)

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Linee Guida per l'individuazione degli indumenti di protezione contro i rischi meccanici nell'uso di COLTELLI A MANO
La presente linea guida si applica esclusivamente alla selezione di indumenti protettivi contro o rischi meccanici nell'uso di coltelli a mano. Il compito di proteggere dai rischi residui, che non siano derivanti da quelli meccanici relativi all'uso di coltelli, dovrà essere affidato ad ulteriori DPI.
Le indicazioni fornite per la protezione del corpo, tengono conto sia della attuale norma UNI EN 412:1994, sia della sua revisione.
(Competenza Dip. Tecnologie di Sicurezza)

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Linee Guida per l'individuazione degli indumenti di protezione contro i rischi meccanici nell'uso di MOTOSEGHE A CATENA PORTATILI
La presente linea guida si applica esclusivamente alla selezione di indumenti protettivi contro o rischi meccanici nell'uso delle motoseghe a mano. Il compito di proteggere dai rischi residui, che non siano derivanti da quelli meccanici relativi all'uso delle motoseghe, dovrà essere affidato ad ulteriori DPI.
(Competenza Dip. Tecnologie di Sicurezza)

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Linee Guida per l'individuazione e l'uso di Dispositivi di Protezione individuale contro le cadute dall'alto.
Sistemi di arresto caduta
(Competenza Dip. Tecnologie di Sicurezza)

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Guida pratica alla Direttiva PED sui sistemi in pressione

(Competenza Dip. Tecnologie di Sicurezza)

Linee Guida per l'esecuzione di lavori temporanei in quota con l'impiego di sistemi di accesso e posizionamento mediante FUNI
IL Decreto Legislativo 8 luglio 2003, n.235: “Attuazione della direttiva 2001/45/CE relativa ai requisiti minimi di sicurezza e di salute per l'uso delle attrezzature di lavoro da parte dei lavoratori”, contiene disposizioni generali e specifiche relative ai requisiti minimi di sicurezza e salute per l'uso delle attrezzature di lavoro più frequentemente utilizzate per eseguire lavori temporanei in quota: ponteggi, scale portatili a pioli e sistemi di accesso e posizionamento mediante funi.
Questa linea guida per l'esecuzione di lavori temporanei in quota, ove per l'accesso, il posizionamento e l'uscita dal luogo di lavoro si faccia uso di funi, fornisce indicazioni relative ai contenuti minimi del documento di valutazione dei rischi, ai criteri di esecuzione ed alle misure di sicurezza da adottare per lo svolgimento di questa particolare attività in cui l'operatore è esposto costantemente al rischio di caduta dall'alto.
Scopo principale è quello di facilitare il compito del datore di lavoro in un particolare settore di attività, caratterizzato dalla presenza prevalente di piccole imprese, in cui la sicurezza e la salute dei lavoratori, esposti costantemente a rischi particolarmente elevati, dipendono principalmente dall'uso corretto di tali attrezzature.
(Competenza Dip. Tecnologie di Sicurezza)

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Studio dei sistemi di montaggio di impianti ascensori e montacarichi in relazione ai rischi connessi all'installazione dell'impianto. Individuazione delle misure di prevenzione e protezione da attuare
L'installazione di un impianto ascensore, pur essendo una attività del settore elettromeccanico, sviluppandosi all'interno di un cantiere edile, rientra nel settore dell'edilizia, che l'osservatorio degli infortuni ha individuato fra le attività a maggior rischio per i lavoratori. Nel presente lavoro è presa in esame l'attività di installazione dei vari tipi di impianti di ascensori e montacarichi, sono analizzati i rischi derivanti e fornite delle linee guida che permettono di predisporre delle procedure operative che tengano conto della sicurezza degli operatori.
(Competenza Dip. Tecnologie di Sicurezza)

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Linee Guida sulla valutazione dei rischi nei cantieri temporanei e mobili nei quali è previsto l'utilizzo di ELICOTTERI
L'arrivo in un cantiere di un elicottero o nelle sue immediate vicinanze introduce dei rischi aggiuntivi ai lavoratori presenti, rischi che ovviamente devono essere presi in considerazione nella redazione del piano di sicurezza e di coordinamento. Scopo della presente guida è di elencare e trattare questi rischi aggiuntivi e, partendo dalla legislazione vigente in materia, fornire delle indicazioni sulla loro individuazione, eliminazione o riduzione.
(Competenza Dip. Tecnologie di Sicurezza)

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Linee Guida sui sistemi e tecnologie di sicurezza per la movimentazione, il CONTENIMENTO E TRATTAMENTO DEI BOVINI Negli allevamenti bovini i lavoratori sono esposti a una vasta gamma di rischi d'infortunio a causa della elevata dotazione di strutture, attrezzature, macchine e impianti di cui normalmente queste aziende dispongono.
(Competenza Dip. Tecnologie di Sicurezza)

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Linee Guida sulle Attrezzature impiegate nelle OPERAZIONI DI DISINFESTAZIONE
Le tecnologie impiegate nella Disinfestazione sono molteplici anche perchè comprendono apparecchiature utilizzate nelle indispensabili fasi complementari di creazione e mantenimento di un ambiente in cui sia possibile un efficace ed efficiente controllo dei patogeni.
(Competenza Dip. Tecnologie di Sicurezza)

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giovedì 3 novembre 2011

La co-combustione di biomasse e carbone nelle grandi centrali termoelettriche

Nel contesto venutosi a creare con la liberalizzazione del mercato dell’energia successiva al Decreto Bersani e con il perdurare di una offerta ridotta (vedi black-out nazionale), si sono aperti nuovi scenari nel settore dell’energia tali da creare una forte attrazione per gli investitori. D’altra parte, nonostante il Decreto Marzano (Sblocca centrali), si assiste ad una situazione di stallo dovuta, oltre a resistenze delle comunità locali, anche all’incertezza sull’approvvigionamento del gas naturale e sulla realizzazione di rigassificatori.


Per di più la domanda di energia elettrica in Italia è stimata in aumento del
3% su base annua nel prossimo decennio; previsioni più ottimistiche
portano questo valore al 6% annuo. Inoltre, in base agli accordi ed alla stipula di trattati mondiali (come 
Ma utilizzare le fonte energetiche rinnovabili non significa seguire 
obbligatoriamente la strada della realizzazione di nuovi impianti, con conseguente bisogno di grandi investimenti e con il conseguente

malumore che si verrebbe a creare nella cittadinanza per il noto principio di NIMBY (Not In My Back Yard, non nel mio giardino). L’alternativa al nuovo che è stata messa a punto è quella della co-combustione in centrali ibride.


Il Decreto Ministeriale 18 Marzo 2002 Modifiche e integrazioni al decreto del Ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato, di concerto con il Ministro dell’ambiente, 11 novembre 1999, concernente “direttive per l’attuazione delle norme in materia di energia elettrica da fonti rinnovabili di cui ai commi 1, 2 e 3 dell’art. 11 del Decreto Legislativo 16 marzo 1999, n. 79” [1] definisce all’art. 1 co-combustione la combustione contemporanea di
combustibili non rinnovabili e di combustibili, solidi, liquidi o gassosi,
ottenuti da fonti rinnovabili. La co-combustione rappresenta una delle
scelte a breve termine più efficienti in tema di produzione di energia
elettrica da fonti rinnovabili per i seguenti motivi:

  • non dovendo realizzare un nuovo impianto, i tempi per la riconversione di una centrale alla co-combustione sono relativamente brevi;
  • di conseguenza l’investimento per la realizzazione di tale processo risulta pressoché nullo, dal momento che tutte le componenti del vecchio impianto continueranno ad essere funzionali in seno al processo di conversione energetica;
  • la combustione di una percentuale di biomasse per la produzione di energia elettrica produce una equivalente riduzione di CO2 con altrettanta riduzione in termini di inquinamento ambientale;
  • ulteriore vantaggio è dato dal fatto che la co-combustione permette di avere dei rendimenti energetici nello sfruttamento di fonti rinnovabili molto più elevati rispetto al processo di conversione energetica alimentato esclusivamente a fonte rinnovabile.

Riguardo alla combustione delle biomasse, il DPCM 8.3.2002 Disciplina delle caratteristiche merceologiche dei combustibili, aventi rile
vanza ai fini dell’inquinamento atmosferico, nonché delle caratteristiche tecnologiche degli impianti di combustione [2], definisce all’art.3, 
comma 1, lettera n) che le biomasse combustibili che possono essere impiegate in co-combustione, in accordo con l’Allegato III al decreto medesimo sono costituite da prodotti vegetali provenienti da:

  • coltivazioni dedicate;
  • interventi selvicolturali, manutenzioni forestali e potature;
  • lavorazione esclusivamente meccanica di legno vergine costituito da cortecce, segatura, trucioli, chip, refili e tondelli di legno vergine, granulati e cascami di legno vergine, granulati e cascami di sughero vergine, tondelli non contaminati da inquinanti aventi le caratteristiche previste per la commercializzazione e l’impiego;
  • lavorazione esclusivamente meccanica di prodotti agricoli, aventi le caratteristiche previste per la commercializzazione e l’impiego.

Si tratta, dunque, di biomasse cosiddette  vergini, esenti da colle,
plastiche ed altri elementi o materiali estranei.

La co-combustione in centrali a carbone di grossa taglia consente di
ottenere un’efficienza media di trasformazione energetica delle biomasse del 36% in luogo di valori inferiori al 20% per impianti di nuova costruzione alimentati a sole biomasse. Il maggiore rendimento è dovuto all’alta temperatura della caldaia (sorgente calda del ciclo termodinamico) che garantisce in co-combustione la produzione di vapore surriscaldato e di vapore risurriscaldato a 540 °C in luogo dei valori tipici degli impianti a biomasse in cui le temperature del vapore oscillano tra 460 ÷ 510 °C.


La co-combustione della biomassa non richiede sostanziali modifiche
al processo dell’impianto esistente qualora la percentuale di biomassa in sostituzione al carbone sia del 5÷15%. Il circuito di alimentazione del combustibile alle caldaie non necessita di alcuna modifica rispetto allo stato attuale: il sistema esistente infatti è idoneo a convogliare la miscela dei due prodotti, dove carbone e biomassa verranno omogeneizzati e saranno immessi in caldaia attraverso l’esistente sistema di alimentazione ai bruciatori.

la conferenza di Rio de Janeiro o la conferenza di Kyoto conclusasi
con la stipula dell’omonimo trattato), è cresciuta la necessità di rivolgersi alle fonti energetiche rinnovabili per rispettare i vincoli in materia di inquinamento ambientale e sviluppo sostenibile. Tutte queste considerazioni portano alla conclusione che è necessario per l’Italia investire sulle fonti energetiche rinnovabili in tempi brevi.




Fonte

sabato 23 luglio 2011

Termotecnica

 I testi seguenti sono di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente a studenti , docenti e agli utenti del web i loro testi per sole finalità illustrative didattiche e scientifiche.

1. CONCETTI DI BASE DELLA TERMODINAMICA

La chimica e la tecnologia farmaceutiche sono particolarmente interessate allo studio dei processi fisici e chimici che possono avvenire quando un farmaco interagisce con l'organismo vivente. La termodinamica fornisce una teoria generale di questi processi. Come tutte le discipline la termodinamica usa un vocabolario di termini specializzati che descrivono concetti fondamentali come energia, calore, lavoro, equilibrio e così via. In questo primo capitolo si passano in rassegna questi concetti che saranno utilizzati nella successiva esposizione.
La termodinamica (dal greco termon = calore, dinamis = forza) è nata come scienza che studia le trasformazioni della materia e dell’energia nei processi chimico-fisici.
Si usa in molti testi distinguere la termodinamica classica da quella statistica. La termodinamica classica studia le trasformazioni da un punto di vista macroscopico, senza considerare la struttura atomica e molecolare della materia. Insieme con la teoria cinetica dei gas la termodinamica statistica studia le trasformazioni da un punto di vista microscopico, calcolando valori medi statistici delle proprietà molecolari.
La termodinamica non si occupa della velocità delle trasformazioni, che è invece oggetto di studio della cinetica chimica. In pratica la termodinamica chimica studia se una reazione chimica è possibile, e la cinetica chimica studia in quanto tempo avviene la reazione.

Energia 
L’energia (dal greco energheia =  laboriosità) è la capacità di fare un lavoro. Il lavoro fatto da una forza su una particella ne aumenta l’energia cinetica ½ mv2 . Il lavoro fatto dalla forza è altresì uguale alla diminuzione dell’energia del campo di forza corrispondente. L’energia del campo è per esempio:
l’energia potenziale di gravità
l’energia potenziale di una molla
l’energia del campo elettrico
l’energia elettromagnetica
Il principio di conservazione stabilisce che la somma dell’energia cinetica e dell’energia del campo è invariante.
Da queste definizioni risulta che il lavoro è praticamente un modo di trasferire energia. Per esempio comprimendo una molla facciamo su di essa un lavoro che ne aumenta l’energia potenziale. 
Calore 
L’esperienza indica che si può trasferire energia in modo alternativo al lavoro. Il caso classico è il motore a vapore: riscaldando il vapore d'acqua gli si dà energia (il gas infatti poi si espande compiendo lavoro). A questa forma alternativa di trasferimento di energia è stato dato il nome di calore.
Analogia: il conto in banca è una misura della nostra “energia” finanziaria; questa si può trasferire in vari modi, con un assegno oppure alternativamente con la carta di credito.
Dato che lavoro e calore sono modi di trasferimento dell’energia le unità di misura delle tre grandezze sono le stesse. 

Il sistema termodinamico 
Il sistema termodinamico è la parte della realtà a cui facciamo riferimento, distinta dai suoi dintorniossia dall’ambiente che lo circonda.
termotecnica
Il sistema consiste di una certa quantità di materia (misurata in numero n di moli)  più una certa quantità di energia U, oppure di sola energia. Esempi di sistemi sono:
una bombola contenente un gas
una stufa di laboratorio sotto vuoto contenente solo raggi infrarossi, cioè solo energia  
un reattore chimico 
un motore d’automobile 
un frigorifero
una cellula biologica

Classificazione dei sistemi in base  agli scambi con i dintorni
Sistema isolato: non scambia con i dintorni né materia né energia. Dn = 0, DU = 0
Esempio: acqua in un thermos con tappo.
Sistema chiuso: scambia energia Dn = 0, D¹0
Esempio: un radiatore d’automobile a circuito chiuso.
Sistema aperto: scambia materia ed energia D¹0, D¹0
Esempio: un impianto chimico, un organismo vivente.
Convenzione sul segno algebrico delle quantità scambiate D
Quantità positive sono quelle assorbite dal sistema ( e provenienti dai dintorni ).
Quantità negative sono quelle emesse dal sistema ( e assorbite dai dintorni ).
Analogia: nel bilancio di una azienda economica le entrate sono positive e le uscite sono negative
Classificazione fisica dei sistemi
Sistemi fisicamente omogenei: non hanno discontinuità nelle loro proprietà.
Esempi:
una bombola di aria;
una soluzione omogenea di zucchero in acqua;
una sbarra di ferro.
Sistemi fisicamente eterogenei: sono costituiti da più porzioni fisicamente e chimicamente omogenee, ma diverse e separate fra loro, dette fasi.
Esempi:
due liquidi immiscibili come acqua e cloroformio
zolfo rombico + zolfo monoclino
ghiaccio + acqua + vapore.
Composizione chimica dei sistemi
Ad un solo componente chimico
Esempio: acqua + ghiaccio
A più componenti
Esempio: un carburante auto formato da una miscela di vari idrocarburi
Stato termodinamico del sistema
Per descrivere lo stato dinamico di un sistema di N molecole sarebbe necessario definirne posizione e velocità. Questo significherebbe conoscere il valore di 6N variabili a livello microscopico, compito palesemente impossibile , considerato che per una mole di sostanza il numero N è dell’ordine di 10 23 . Una comoda alternativa a questa procedura è quella di descrivere il cosiddetto stato termodinamico 
del sistema, ossia la sua condizione macroscopica corrispondente ad un gran numero di microstati dinamici distinti ed equivalenti fra di loro. Lo stato dunque in termodinamica classica viene rappresentato tramite i valori di poche variabili chimico-fisiche facilmente misurabili, dette variabili di stato o coordinate termodinamiche. (Sarà invece còmpito della termodinamica statistica fissare i criteri per assegnare il numerodi microstati dinamici corrispondenti ad un dato macrostato). Si possono distinguere due tipi di variabili.
Variabili fisiche:        temperatura T, pressione P, volume V
Variabili chimiche:     quantità dei c componenti chimici (espresse in moli)

Temperatura
L’esperienza quotidiana ci suggerisce per questa variabile una definizione elementare: è la variabile che ci dà una misura quantitativa del senso fisiologico di caldo. Ma procedendo  nello studio della termodinamica classica e statistica si approfondirà il significato di questa grandezza.
E` noto che la temperatura si esprime nella pratica corrente nella scala Celsius, cioè in gradi centigradi (°C). In questa scala sono stati fissati come punti di riferimento la temperatura del ghiaccio fondente (0°C) e quella dell’acqua bollente (100°C ). Invece in termodinamica la temperatura si esprime nella scala assoluta, cioè in gradi Kelvin (K). La scala Celsius e quella Kelvin differiscono solo per l’origine: lo zero della scala Kelvin corrisponde a - 273.15 °C e la temperatura del ghiaccio fondente è di 273.15 K.
Per dare un’idea degli ordini di grandezza si riportano qui di seguito alcune temperature caratteristiche:
                                                                                  T (in K)
Temperatura del nucleo del sole           107 
Punto di ebollizione dell’uranio         4018 
Punto di sublimazione del carbone    3700 
Punto di fusione del tungsteno          3387 
Punto di ebollizione del ferro                        3023 
Punto di fusione del ferro                  1808 
Punto triplo dell’acqua                        273.16 
Punto di sublimazione della CO2         194.7 
Punto di ebollizione dell’ossigeno         90.2 
Punto di ebollizione dell’azoto              77.4 
Punto di ebollizione dell’elio                   4.22

Pressione
La meccanica definisce la pressione come la forza rapportata alla superficie su cui agisce: P = F/S.
L'unità di misura della pressione nel sistema internazionale è il Pascal, ma altre unità vengono usate:

Nome                          Simbolo                      Conversioni
Pascal (SI)                  Pa                               1 Pa = 1 Newton 1m -2
Bar                              bar                              1 bar = 105 Pa
Atmosfera                  atm                             1 atm = 1.01325 bar = 101325 Pa
Torr                             torr                              1 torr = 133.3 Pa
Composizione chimica
La composizione chimica del sistema si può descrivere quantitativamente mediante le frazioni molari. La frazione molare dell’i-esimo componente è data da
termotecnica 
Si noti che  termotecnica .
Il numero di componenti di un sistema è dato dal minimo numero di specie chimiche necessario per definire la composizione di tutte le fasi del sistema. In pratica il numero di componenti c si calcola come differenza tra il numero di specie S ed il numero di relazioni fra le specie, c = S - R.
Equazione di stato
L’esperienza indica che le variabili di stato non sono indipendenti tra loro.
Per esempio un gas puro è caratterizzato dalla pressione P, dalla temperatura T e dal volume V. Ma sperimentalmente si osserva che le tre variabili sono legate tra loro da una equazione di stato, caratteristica del gas
(P,V,T) = 0
Così lo stato è definito sufficientemente da due variabili, dato che la terza dipende dalle altre due. Sono possibili tre scelte per la coppia di variabili indipendenti:
(V,T)                  (T,P)                  (P,V)
In generale il numero di variabili indipendenti è uguale al numero di variabili totali meno il numero di relazioni che le legano, vi vtot nrelaz.
Rappresentazione grafica dello stato 
Una comoda rappresentazione dello stato consiste nel riportare due variabili sugli assi di un diagramma cartesiano. Per esempio il cosiddetto piano di Clapeyron è un piano P - V .
termotecnica
L’equazione di stato del gas ideale per una mole di gas è nRT/V. Si può rappresentare graficamente nel piano - V, tenendo T = costante. L’insieme dei punti a temperatura costante forma la curva detta isoterma. Ogni punto i-esimo del piano rappresenta uno stato del sistema, corrispondente ad una terna di coordinate ( Pi ,Vi , Ti ).
Stato di equilibrio
Fra gli stati possibili di un sistema si definiscono stati di equilibrio quelli che sono invarianti se non cambiano le condizioni esterne.
Esempio. Un gas in un volume = costante è in equilibrio se la sua pressione P è costante ed omogenea e se la temperatura T è omogenea ed uguale a quella del recipiente.
L’equilibrio può essere di vari tipi:
- equilibrio meccanico: la risultante delle forze interne ed esterne al sistema è nulla.
- equilibrio termico: il sistema è tutto alla stessa temperatura, che è anche quella dei dintorni.
- equilibrio di fase: non avvengono spostamenti di materia da una fase all’altra del sistema.
- equilibrio chimico: nel sistema non avvengono reazioni chimiche.
Quando tutte queste condizioni sono soddisfatte il sistema è in uno stato di equilibrio termodinamico.
Principio numero zero della termodinamica
Due sistemi A e B in equilibrio termico con un terzo sistema C sono in equilibrio fra loro. In formule 
se    TA = TC       e      TB TC      allora     TA TB
Questo principio introduce la temperatura come funzione termodinamica dello stato del sistema. Sulla base del principio zero funziona il termometro. Infatti se A è un sistema di riferimento (per esempio acqua e ghiaccio) e C è un capillare di vetro contenente mercurio, cioè il termometro, la misura indica che il sistema B è alla temperatura del riferimento. Il sistema di misura C è si può tarare con altri riferimenti (per esempio acqua bollente) e dalla lunghezza del capillare di mercurio si valuta la temperatura per interpolazione.
Trasformazioni 
In termodinamica si definisce trasformazione il passaggio di un sistema da uno stato iniziale ad un altro stato finale attraverso una successione continua di stati intermedi.
Una trasformazione è infinitesima se avviene con variazioni infinitesime delle variabili del sistema.

Classificazione delle trasformazioni secondo Planck
Tutte le trasformazioni infinitesime che si possono immaginare per un sistema termodinamico appartengono a tre classi.
termotecnica
La stragrande maggioranza delle trasformazioni sono
trasformazioni naturali: avvengono spontaneamente in natura e vanno a senso unico verso uno stato di mutuo equilibrio fra il sistema e i suoi dintorni. Una volta raggiunto, lo stato di equilibrio persiste fintanto che i dintorni non cambiano. In base a questo una designazione alternativa molto usata e suggestiva è quella di trasformazioni irreversibili.
Il contrario delle trasformazioni naturali sono le
trasformazioni innaturali: non avvengono spontaneamente in natura e si allontanano dall’equilibrio.
Al limite fra le trasformazioni naturali e innaturali si hanno le
trasformazioni reversibili: possono avvenire sia in una direzione che in quella contraria, attraverso una successione di stati di equilibrio.
Neanche questo tipo di trasformazione esiste in natura, ma si può approssimare sperimentalmente con la modifica infinitesimale di una variabile. 
Nel vocabolario termodinamico i termini trasformazione naturale, irreversibile, spontanea, sono in generale usati come sinonimi.
Lo studio delle trasformazioni spontanee è oggetto della termodinamica di non equilibrio. La termodinamica classica si occupa principalmente dei processi reversibili. Il ricorso a questi tipi di processi, ipotetici e formali, è utile nel calcolare le variazioni delle funzioni dello stato termodinamico.
Nelle trasformazioni irreversibili, che avvengono spontaneamente in natura, può accadere che una delle variabili termodinamiche di stato non sia più definibile. Per esempio nell’espansione brusca del gas non ha senso di parlare di pressione, perché questa può essere disomogenea da un punto all’altro del gas e non in equilibrio con la pressione dei dintorni. Questo fatto invece non avviene nelle trasformazioni reversibili, che quindi possono essere comodamente descritte mediante la definizione delle coordinate termodinamiche di equilibrio e l’equazione di stato che le lega.
Esempi di trasformazioni irreversibili
- un gas compresso si espande spontaneamente in uno spazio vuoto
termotecnica
- un sistema freddo si scalda se viene in contatto termico con un ambiente a temperatura più alta, per esempio un surgelato tirato fuori dal frigorifero 
- un profumo diffonde nell’aria 
- un farmaco si scioglie nel solvente 
- la neve fonde al sole
- un bicchiere di cognac evapora (se nessuno lo beve ...)
- un pezzo di ghiaccio secco diventa CO2 gas
- il metano brucia, CH4 + 2 O2 ® CO2 + 2 H2O
- aggiungendo acido solforico ad una soluzione di bario cloruro precipita il solfato di bario,
Ba+ +  +  SO4- -  ®  BaSO4 ¯



Condizioni sperimentali per la reversibilità
 
In una trasformazione reversibile il sistema passa attraverso una successione di stati di equilibrio. Sperimentalmente questa trasformazione si approssima con due condizioni:
- 1. eliminando l’attrito; in tal modo il sistema evita di dissipare irreversibilmente energia meccanica in calore
- 2. facendo procedere la trasformazione  molto lentamente, in condizioni quasi-statiche; così il sistema ha tempo di equilibrarsi sia internamente che rispetto ai dintorni.
Esempi di trasformazioni reversibili
-Trasferimento di calore reversibile fra sistema e dintorni in equilibrio termico. Se la temperatura del sistema è più alta di quella dei dintorni di un infinitesimo dT il sistema cede energia sotto forma di calore q ai dintorni. Ma se la temperatura del sistema è leggermente inferiore il sistema riceve il calore dai dintorni.  
termotecnica
Dunque questo flusso di calore è reversibile, in quanto con variazioni piccolissime di temperatura può avvenire in direzioni contrarie. Si noti tuttavia che se fra sistema ed dintorni si avesse una differenza finita di temperatura allora una variazione infinitesima dT non consentirebbe di invertire il trasferimento di calore. La trasformazione sarebbe dunque irreversibile.
- Espansione e compressione di un gas in equilibrio meccanico con l’ambiente. Se la pressione del gas è superiore a quella esterna di un infinitesimo dP il gas si espande, se è inferiore di un dP il gas si comprime.
termotecnica
Quindi questa trasformazione con piccolissime variazioni di pressione si può realizzare nelle due direzioni opposte.
- Cambiamento di stato di aggregazione: ghiaccio in equilibrio di fase con l’acqua a T = 273.15 K.
termotecnica
Se la temperatura si alza di un infinitesimo dT , H2O passa dalla fase solida a quella liquida, ma se invece la temperatura si abbassa di dT avviene il trasferimento di materia opposto.
- Cella galvanica reversibile di Daniell: Zn | ZnSO4 soluz. || CuSO4 soluz. | Cu. Applicando alla pila una differenza di potenziale (ddp) uguale alla sua forza elettromotrice  (fem) non ha luogo nessuna reazione chimica, cioè il sistema è in equilibrio. Se la ddp applicata è infinitesimamente inferiore alla fem ha luogo la reazione 
Zn + Cu++ ® Zn++ + Cu
viceversa se la ddp è infinitesimamente superiore alla fem ha luogo la reazione inversa.

Rappresentazione grafica delle trasformazioni
In un diagramma P-V le trasformazioni reversibili sono rappresentate dalle curve che collegano i due punti corrispondenti agli stati iniziale e finale. I punti che formano le curve corrispondono alle
termotecnica
successioni di stati di equilibrio intermedi. Il fatto che le trasformazioni irreversibili non passano per stati di equilibrio viene da alcuni autori rappresentato graficamente con curve tratteggiate.

Trasformazioni tipiche 
Delle infinite trasformazioni che può subire un sistema alcune sono denominate in base alle particolari condizioni in cui si realizzano.
Trasformazione isocora ( variazione di volume DV = 0 ). Si realizza in un contenitore chiuso a pareti rigide che assicura l’invarianza del volume. Per esempio autoclave, reattore in impianti chimici.
Trasformazione isobara (variazione di pressione DP = 0 ). Si realizza in un contenitore aperto a contatto con l’atmosfera, la quale agisce da pressostato. Le reazioni chimiche in laboratorio e le reazioni biochimiche negli esseri viventi sono i due esempi classici.
Trasformazione isoterma (variazione di temperatura DT = 0 ). Si realizza mettendo il sistema in contatto termico con un bagno termostatico. Un comune termostato a 273 K è il bagno di acqua e ghiaccio fondente.
Trasformazione adiabatica ( calore scambiato q = 0 ). Si realizza in un recipiente termicamente isolato dall’esterno, in modo che il sistema non può scambiare con i dintorni energia sotto forma di calore (ma può scambiare energia sotto forma di lavoro). Il thermos, o vaso di Dewar, è un esempio di contenitore adiabatico.




Fonte